mercoledì 16 gennaio 2008

Aborto, è boom di consultori privati

Analisi della Cgil-Camera del Lavoro metropolitana di Milano (CdLM)

In Lombardia +53% in tre anni, con incassi cresciuti del 132%. Le strutture pubbliche cresciute solo del 18%. Operatori in calo

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MILANO - In Lombardia il numero di consultori privati è in netto aumento: +53% di nuove strutture dal 2003 al 2006 (da 38 a 58, ultimi dati disponibili), quando il numero di quelli pubblici è cresciuto solo del 18% (da 189 a 223 e, di questi, un terzo è una sede distaccata di una struttura già esistente). A dirlo oggi è la Cgil-Camera del Lavoro metropolitana di Milano (CdLM), che ricorda come solo le strutture pubbliche siano tenute per legge a fornire tutti i servizi disponibili, dall'educazione sessuale allo screening alla contraccezione. Il dato è «sconvolgente» secondo Fulvia Colombini, responsabile delle politiche della salute alla CdLM, la quale ricorda che in Lombardia c'è solo un consultorio ogni 40 mila abitanti, la metà di quanto stabilito dal Progetto obiettivo materno infantile. Inoltre, «in Regione la maggior parte dei consultori privati, circa il 60-70% - spiega Colombini - sono di matrice cattolica. Non c'è niente di male, ma non fanno tutto quello che serve, perchè ad esempio non praticano la contraccezione. Senza contare che l'obiezione di coscienza in Lombardia è di circa il 70%, e questo rende faticoso per la donna trovare servizi e risposte ai suoi bisogni».

Dai dati della CdLM emerge anche che gli operatori dei consultori pubblici sono diminuiti dell'8,5%, mentre quelli del privato sono aumentati del 40%: questo a fronte di un numero costante di prestazioni pubbliche offerte dal 2003 al 2006, circa 89 mila l'anno. Nel settore privato, invece, il numero di prestazioni è aumentato del 163% (da 19.950 a 46.872), mentre gli incassi sono cresciuti del 132,2%. Nei consultori pubblici gli incassi sono diminuiti del 10,5%: «La remunerazione che la Regione dà alle Asl è disincentivante - dice Colombini - non si riesce nemmeno a coprire il costo del personale». Per la Camera del Lavoro, per svolgere al meglio la prevenzione delle interruzioni di gravidanza c'è bisogno di potenziare il personale dei consultori pubblici, di investire sull'apertura di nuove sedi pubbliche e di incentivare politiche mirate per le donne straniere, dato che a Milano il 40% delle interruzioni volontarie di gravidanza avviene proprio all'interno di questa categoria.
14 gennaio 2008
Fonte: Corriere della Sera

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