mercoledì 23 gennaio 2008

ABORTI CLANDESTINI E LEGGE DA CAMBIARE. LA MORATORIA PER SALVARE LE VERE VITTIME, LE DONNE: INFORMAZIONE, SBUROCRATIZZAZIONE, CONTRACCEZIONE

Firenze, 22 Gennaio 2008. Un fatto di cronaca della abituale disperazione del mondo degli immigrati clandestini, della tratta degli stessi, della prostituzione, della violenza indotta da leggi inadeguate, e' occasione per valutare coi piedi in terra, e non col cervello alle ideologie di chi perora una improbabile moratoria internazionale, cio' che occorre fare e anche subito in materia di aborto.
A Bari e' stato scoperto un giro di prostitute nigeriane che, messe incinta da clienti a cui facevano credere di essersi innamorate di loro, si facevano consegnare dagli stessi fino a 800 euro per abortire clandestinamente; i soldi finivano ai loro protettori che le inducevano ad ingerire un cocktail di farmaci ed alcolici che provocavano forti contrazioni addominali fino a farle abortire.
La vicenda potrebbe essere valutata sotto diversi aspetti: immigrazione clandestina e leggi attuali che la favoriscono; prostituzione e divieto che alimenta un mercato a totale gestione da parte della malavita, ovviamente dedita a far soldi senza scrupoli umani e sanitari sugli strumenti di questo business.
Aspetti su cui il legislatore potrebbe intervenire ma che, fino ad oggi, si e' solo parlato addosso o ha perorato riforme che, a nostro avviso, potrebbero peggiorare la situazione.
Un intervento semplice, invece, per cercare di ridurre il danno alle solite e vere vittime, sarebbe quello sulla legge che disciplina l'aborto, sia nella sua fase di prevenzione che esecutiva.
Siamo inondati di politici che propongono una improbabile moratoria dell'aborto a livello internazionale, basandosi su un divieto della pratica che, a nostro avviso, non potra' che fare aumentare i ricorsi all'aborto clandestino e quindi i pericoli per le donne. La moratoria invece, senza andare a scomodare ideologie reputate superiori e organismi internazionali, e' nei fatti della nostra quotidianita': creare le condizioni perche' non si debba ricorrere all'aborto e, quando questo diventa ineluttabile, far si' che sia praticabile nel modo piu' sicuro e semplice possibile.
Non ricorrervi significa prevenzione con la contraccezione, anche con l'acquisto/distribuzione senza ricetta della pillola del giorno dopo soprattutto per le donne piu' a rischio come le prostitute della nostra vicenda. Contraccezione da promuovere ovunque, soprattutto per strada, nei luoghi piu' tristi di quella nostra civicita' e civilta' che favorisce l'immigrazione clandestina e la tratta delle donne.
Quando dell'aborto non se ne puo' fare a meno, invece, bisogna far si' che le limitazioni dell'attuale normativa siano abolite: aborti anche negli ospedali privati, abolizione della ricetta medica che certifichi l'idoneita' della donna all'intervento, e tecniche farmacologiche di intervento (Ru486) che rendano meno invasive e problematiche le interruzioni.
Una mozione parlamentare in materia sta gia' circolando a Montecitorio grazie all'iniziativa dell'on. Donatella Poretti (radicali-Rnp) e, quando sara' ufficiale ne saremmo grandi sostenitori, ma sarebbe opportuno che anche nell'opinione pubblica maturasse la consapevolezza che, moratoria dell'aborto, puo' solo significare prevenzione e sburocratizzazione della normativa. Altrimenti si sara' fatto un buon servizio ad alcune ideologie ma, come al solito, sulla pelle delle donne piu' deboli.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc

Fonte: ADUC

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