sabato 20 ottobre 2007

"Violentata col coltello alla gola"

Assalto di tre banditi in una villa in via delle Lastre. La governante marocchina denuncia: mi hanno pestata e violentata
I carabinieri davanti alla villa
I carabinieri davanti alla villa
Non sapeva dove fosse la cassaforte, così uno dei rapinatori l´ha picchiata e violentata minacciandola con un coltello. Un´aggressione selvaggia avvenuta ieri mattina alle nove in una villa in via delle Lastre, quasi campagna, giardini e prati curati, vicinissima alla città. La vittima è una ragazza marocchina di 25 anni che da poco tempo è in Italia e lavora come domestica fissa presso la famiglia bolognese, una coppia giovane con un figlio adolescente e un altro più piccolo. Lei, sempre velata, è molto conosciuta nelle altre ville della piccola enclave.

I tre rapinatori incappucciati e con i guanti, probabilmente sono entrati da una porta finestra che dà sul giardino appena genitori e ragazzini sono usciti chi per andare al lavoro, chi a scuola, portandosi dietro anche il cane che forse se ci fosse stato avrebbe dato l´allarme, scoraggiando i malviventi. Fanno irruzione in casa. Vogliono i soldi, vogliono che la giovane colf gli dica dove è nascosta la cassaforte. Ma lei, che tra l´altro non parla bene l´italiano, non può rispondere, perché non ne sa niente. I tre si infuriano. Uno la prende a botte, la sbatte contro il muro e minacciandola col coltello la violenta. Incredibilmente quando se ne vanno i rapinatori sono a mani vuote, non portano via nulla, neanche il televisore che tentano di staccare dal muro, ma i poliziotti la trovano ancora al suo posto.

La ragazza è sotto choc, riesce a telefonare alla padrona di casa, la donna però fatica a capire cosa sia successo. Per questo si rivolge alla vicina della villa confinante: «Per piacere vai tu, intanto io arrivo». La signora va di corsa a suonare, ma si accorge che il campanello è muto. I fili sono stati staccati, lei grida, cerca di chiamare la colf. Da dentro però la ragazza non riesce a dare il tiro. Alla fine esce e va ad aprire. E´ stravolta. Piange, ha una ferita sul braccio, la maglietta strappata. «Ho male alla faccia», dice. E infatti ha lividi e graffi.


Nel frattempo arriva il padrone di casa. Ma la richiesta d´intervento arriva al 113 soltanto alle 13,30. Perché? La famiglia fatica a convincere la vittima a sporgere denuncia. Lei esita, è spaventata, si vergogna. Poi non ha il permesso di soggiorno del tutto in regola, quindi ha paura delle conseguenze. «Qui non ci sono mai stati episodi violenti – dice la vicina – non abbiamo mai visto facce strane». La signora racconta anche che ieri mattina dalla casa dell´aggressione non sono arrivati rumori allarmanti. Lei non ha sentito nulla, ma neppure il marito, né un amico che era ospite. Anche il giardiniere che pure stava lavorando all´esterno, nè la domestica hanno avuto sospetti di alcun genere. Persino il cane, un pastore tedesco, è stato tutto il tempo perfettamente tranquillo.

Secondo la Procura il racconto della vittima è credibile. La sua ricostruzione dell´aggressione non ha lati oscuri. «Nessun dubbio», dice il pm Lorenzo Gestri, che alle dieci di sera è ancora in Questura, dove sta sentendo i testimoni della bruttissima vicenda. Compresa la ragazza che in precedenza è stata visitata e medicata al pronto soccorso ginecologico dell´ospedale Maggiore. Ha molti lividi per le botte prese e segni compatibili con una violenza sessuale.
(18 ottobre 2007

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