La madre, straniera, perde il lavoro e non le rinnovano la tessera sanitaria
Ha appena nove mesi di vita. La madre l’ha vista nascere con il cuore in gola. Perché il parto è stato problematico. Fu necessario usare il forcipe per farla nascere. E quella manovra le causò un lieve emorragia. Complicanza subito superata fortunatamente. Ma che richiede un periodico controllo per garantire un decorso scevro di pericoli o preoccupazioni.
Purtroppo per lei la piccola è nata in Italia nell’anno 2011. Dove anche se hai 9 mesi di vita ti può venire negata l’assistenza sanitaria gratuita. È successo proprio a Ferrara. Ieri mattina.
La madre della bimba, di nazionalità rumena, si reca in via Cassoli per rinnovare il tesserino sanitario per lei e per la pargola. Le chiedono i documenti. Qualcosa però manca all’appello. La donna, pur avendo lavorato in regola in Italia, un anno fa è stata licenziata. Non può più garantire il sostentamento economico di sé e dei suoi famigliari. Ergo, niente residenza e niente tessera.
Lo sconforto iniziale è nulla però di fronte a quello che sta per apprendere: nemmeno sua figlia, nata in Italia, ne ha diritto.
Con lei c’era Massimo Martinelli, presidente dell’associazione di volontariato “C’è Vita… e Vita” onlus di Ferrara, cui la famiglia si era rivolta per un aiuto. “Se non fossi stato presente – racconta il volontario – non avrei creduto alle parole che erano state dette”. Martinelli chiede spiegazioni. E dal Cup viene dirottato all’Urp. Parla con un’impiegata. Poi con un’altra. Ma la risposta è sempre la stessa. Lo dice la legge 30 del 2007, che disciplina il diritto di soggiorno dei cittadini comunitari: la mancanza di un impiego e la impossibilità di provvedere economicamente a se stessi e ai propri famigliari fa venir meno il diritto di rimanere nel territorio nazionale per più di tre mesi. E senza residenza non ci può essere copertura sanitaria, prevista solo per terapie salvavita o cure indifferibili.
“Ora io non ce l’ho assolutamente con nessuno – afferma incredulo Martinelli -, ma ho alcune domande: ma questa bimba, questa piccolissima bimba di 9 mesi che non ha più nessun diritto a nessuna assistenza sanitaria come deve fare? Come mai la mamma, avendo lavorato in regola in Italia dopo un anno che ha perso il lavoro, ora perde anche l’assistenza sanitaria? Perché i politici di Roma, basta che “lavorino” una legislatura (e nemmeno per intero), e alla fine di quella hanno pensione, assistenza sanitaria e tutto quello che gli tiene dietro? I carcerati, senza nulla togliere loro, hanno l’assistenza sanitaria garantita. Non mi viene in mente una situazione in cui ci sia un essere umano che non abbia diritto all’assistenza sanitaria. La tutela dei diritti sui minori (dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989), è stata firmata anche dall’Italia (art. 24 Legge 27 maggio 1991, n. 176), ma non mi sembra che venga applicata! Non voglio credere che nel 2011 in Italia, in Europa, una bimba di soli 9 mesi abbia perso i diritti di essere visitata, seguita e curata”.
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