lunedì 6 agosto 2012

Flamigni: L’obiettivo è affossare la 194

Flamigni: L’obiettivo è affossare la 194
di Cinzia Sciuto

Professor Flamigni, lei è l'unico che ha dato parere contrario al documento del Comitato nazionale di bioetica sull'obiezione di coscienza appena pubblicato. Quali sono le ragioni del suo dissenso?
Il punto fondamentale è che secondo il documento approvato dalla maggioranza del Cnb l'obiezione di coscienza è un modo per dare credibilità alla legge “creontea”, quella basata sui princìpi di forza, di maggioranza, legge che sarebbe, proprio per questo fastidioso modo di imporre la norma, priva di valori etici. Ora, immaginare che sia priva di valori etici una legge – come la 194 – approvata dalla grande maggioranza degli italiani, costruita sulla base del rispetto di determinati valori, preparata da un famoso intervento della Corte costituzionale è perlomeno assai poco credibile. Peraltro, come osserva il costituzionalista Gladio Gemma, se veramente il nostro parlamento avesse approvato una legge che non rispetta i valori fondamentali che devono guidare un paese democratico e laico, allora non ha alcun senso chiedere l'obiezione di coscienza ma bisognerebbe fare una battaglia affinché quella norma cambi. Se, al contrario, riconosco che quei valori sono stati rispettati, allora io non posso pretendere che il legislatore che queste leggi ha configurato rispettando quei valori poi autorizzi me a contraddirlo.

Nel suo parere di dissenso pubblicato in appendice al documento del Cnb lei definisce “mistificatoria” la posizione assunta dalla maggioranza del Comitato. Cosa intende?
Vede, qui c'è un vero e proprio imbroglio. Il concetto di valori “controversi”, che sta alla base del documento del Cnb, è un concetto mistificatorio. Qui non ci sono affatto valori “controversi”, ci sono valori a confronto e la nostra Corte costituzionale ha ribadito che il diritto alla salute della donna prevale sul diritto di esistere dell'embrione che ancora non è persona. Non vedo motivi di esitazione. In verità, l'aumento inverecondo del numero di obiettori serve ai cattolici per stabilire un principio che tra l'altro sulla stampa cattolica è già comparso esplicitamente: quando la legge non potrà più funzionare perché ci sarà un numero esagerato di obiettori di coscienza, vorrà dire che il legislatore dovrà tornare sui suoi passi e verificare di aver fatto un errore perché quella legge non poteva essere applicata.

Però nel documento del Cnb si ribadisce che il servizio di interruzione di gravidanza deve essere garantito...
Certo, ma questa è una cosa che è prevista dalla legge stessa, che indica la mobilità del personale come strumento per garantire il servizio. Ci si dovrebbe chiedere come mai però questa norma non sia mai stata applicata. Il problema è questo: c'è una quota di obiettori veri, ma c'è un'infinità di obiezioni di comodo. E la percentuale di obiettori è ancora più alta di quello che dicono le statistiche ufficiali perché ci sono strutture in cui semplicemente l'interruzione di gravidanza non si fa e i medici non si sentono neanche in dovere di dichiararsi obiettori. In più, obiettore chiama obiettore perché i giovani circondati da non obiettori preferiscono fare obiezione. Ma come si fa a pensare che quello che andava bene per il primo medico ospedaliero che si confrontava con la 194 vada ancora bene oggi? Quando un ragazzo sollevava obiezione di coscienza al servizio militare lo faceva contro un obbligo al quale in quanto cittadino non poteva sottrarsi. Oggi ognuno può scegliere liberamente la professione che vuole. Qui si tratta di problemi che hanno a che fare con la salute delle donne e scegliere di occuparsi della salute delle donne dicendo però preventivamente “di questo aspetto della salute delle donne non mi occupo” a me sembra veramente colpevole.

Negli ultimi mesi c'è stata una mobilitazione dei medici non obiettori, con la campagna “Il buon medico non obietta” e le iniziative della Laiga. È una coincidenza che questo parere esca adesso?
Non esistono coincidenze in bioetica.

(31-07-2012)

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